La Storia di Arezzo

Piazza Grande

La Storia di Arezzo

La storia di Arezzo si colloca molto indietro nel tempo ed è ricca di avvenimenti, personaggi e momenti salienti che ripercorrono , assieme alla città, la storia dell’umanità intera.

Una storia antichissima

Il territorio aretino vede l’origine degli insediamenti umani a partire dalla preistoria. Il passato preistorico del territorio è dimostrato da ritrovamenti in pietra e dal cosiddetto “Uomo dell’Olmo”, risalente a 50 000 anni fa, in pieno Paleolitico. L’Uomo dell’Olmo è un piccolo orgoglio aretino: si tratta del primo esemplare di Homo Sapiens così antico ritrovato nella penisola italiana!

La zona è abitata dalle prime culture e proto-civiltà dall’epoca pre- etrusca, come testimoniano le tracce di insediamenti stabili ritrovate presso il Colle di San Cornelio, poco distante dall’attuale area urbana. Questi reperti archeologici sono difficilmente databili, dal momento che sono poi stati coperti successivamente da strutture risalenti all’impero romano.

Arretium e gli Etruschi

Arezzo in epoca etrusca – circa IX secolo a.C. –  era diventata una vera e propria città, già conosciuta con un nome simile a quello di oggi: Arretium o Aritim.  La mitologia etrusca vede le origini della città nella fondazione ad opera della dea Artume, dea della notte, della luna, della morte e della natura – assimilabile alla greca Artemide o la romana Diana.  La città, storicamente parlando, sorse sulla sommità del Colle di San Donato, ancora oggi il principale colle aretino, e crebbe moltissimo in potenza.

Arretium infatti divenne una delle principali città etrusche esistenti, sede probabile di una delle 12 lucumonie della Dodecapoli Etrusca.  Il glorioso passato etrusco della città ci regala oggi opere d’arte di eccezionale valore, prima tra tutte la Chimera Aretina, simbolo odierno della città, conservata oggi a Firenze.

L’idillio di potere di Arretium finì con l’ascesa della potenza romana: l’esercito messo insieme da Arezzo, VOlterra e Perugia venne sconfitto nel 295 a.C. e la conquista da parte del regno di Roma fu definitiva.

La Storia di Arezzo nell’antica Roma

Arretium conservò il suo nome in epoca romana, e divenne una città importantissima per il dominio del futuro impero. La posizione strategica della città la rendeva un passaggio obbligato durante la traversata degli appennini, e rese Arretium un crocevia di mercanzie e persone. Questa importante posizione era perciò nevralgica dal punto di vista militare, e dopo l’invasione del Galli Senoni, in marcia verso Roma, Arezzo divenne un presidio militare  romano permanente.

La città antica crebbe e crebbe ancora, fino a diventare in età imperiale ricca e prospera come alle sue origini. In questo periodo sorsero moltissime istituzioni ed edifici pubblici, come l’anfiteatro vicino a dove oggi si trova il museo intitolato a Gaio Cilnio Mecenate.

Mecenate, famosissimo e celebre padre del mecenatismo, fu proprio cittadino aretino e contribuì alla fecondità della città anche dal punto di vista culturale ed intellettuale.

la Storia di Arezzo dopo la Caduta di Roma

Arezzo mantenne la sua importanza anche dopo lo sgretolamento dell’Impero Romano, sempre grazie alla sua posizione e grazie ad il prestigio che aveva assunto nei secoli romani. I Goti prima ed i Longobardi poi  giunsero nella zona con le rispettive invasioni della penisola italiana. A questi ultimi si devono le pievi ed i castelli che portarono alla rinnovata gloria medievale di Arezzo. Il Cristianesimo si diffuse in questi secoli, ed all’arrivo di Carlo Magno i Franchi dovettero privilegiare i rapporti con il vescovato, divenuto il potere locale più grande ed influente.  Il vescovo di Arezzo iniziò infatti a fregiarsi del titolo di “Conte” fin da dopo l’anno mille, ed Arezzo è una delle poche città di cui si conosca perfettamente la successione vescovile dalle origini dell’istituzione.

Sotto il potere dei Vescovi Conti Arezzo fu protagonista di una rivoluzione internazionale che influenza anche la storia contemporanea: la notazione musicale moderna.

Guido d’Arezzo, in città Guido Monaco, è infatti l’inventore della notazione musicale moderna e delle note della scala di Do: un personaggio illustre celebrato ancora oggi dalla città, la cui statua si erge nella Piazza omonima vicino alla stazione centrale.

Arezzo durante il Rinascimento

Il Rinascimento vide la fine del regno dei Vescovi Conti dopo il Concordato di Worms, che mise fine alle controversie tra impero e papato. Arezzo divenne quindi Città Comunale, e vide la sua area di influenza crescere fino alla presa di Cortona. Il Comune si dotò della propria Università, e vide la nascita di brillanti poeti lirici come Guittone d’Arezzo e Cenne da la Chitarra. La prima opera scientifica in volgare del mondo fu scritta ad Arezzo – La “Composizione del Mondo” di Restoro d’Arezzo – e nella Pittura sorsero Margaritone d’Arezzo ed a seguire Cimabue e Lorenzetti. Arezzo diede infine il natale ad uno dei padri dell’umanesimo rinascimentale: il celebre Francesco Petrarca.

La Battaglia di Campaldino

Arezzo fu coinvolta direttamente dai contrasti che intercorrevano tra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini. Il Comune  Ghibellino subì nel 1289 una pesante sconfitta ad opera delle armate fiorentine presso Campaldino, vicino a Poppi in Casentino. Dante Alighieri stesso partecipò alla battaglia dalla parte Guelfa, e durante la celebre battaglia morì il vescovo di Arezzo Guglielmo Ubertini che passò il potere alla Signoria dei Tarlati.

Arezzo in Epoca Moderna

Arezzo fu protagonista, nel XVI secolo, dei conflitti tra la Repubblica di Siena ed il Granducato di Toscana. La città fu assediata nel 1554 dalle truppe fiorentine guidate da Cosimo de’ Medici, che la costrinse alla resa dopo oltre un mese di battaglie. Il territorio aretino passò dunque sotto il controllo delle Signorie Fiorentine, e l’intera città fu rivoluzionata nella sua organizzazione. Arezzo in questo vide nascere i suoi “quattro quartieri” , oggi protagonisti della Giostra del Saracino.

Arezzo arriva al XVIII secolo potendosi vantare di aver dato i natali a Pietro Benvenuti, pittore neoclassico, Andrea Pozzo, teorico dell’arte e Francesco Redi, famoso matematico e scienziato.

Le guerre Napoleoniche ed il Secolo Decimo Nono

Vittorio Fossombroni, altro illustre aretino, fu uno dei protagonisti toscani della diplomazia Granducale durante il periodo Napoleonico. Arezzo passò in questo periodo sotto l’influenza francese inserita del Dipartimento dell’Arno. La città tornò di nuovo parte del Granducato alla caduta di Napoleone e si trovò, nel XIX secolo, ad essere un importante centro industriale.

Ad Arezzo si producevano infatti tessuti, cuoio e ceramiche pregiate. La crescente ricchezza industriale, inoltre,  consentì anche lo sviluppo di strade e ponti, rendendo la città un importante centro di comunicazione.

Dal Ventesimo Secolo e la Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nostri

Arezzo fu pesantemente bombardata durante la seconda guerra mondiale, ma grazie all’impegno della cittadinanza si riuscirono a salvare la maggioranza dei tesori artistici e storici presenti in città. Con la ricostruzione dei suoi edifici, Arezzo si apprestava a tornare l’importante centro di produzione e creatività che era sempre stata.

Arezzo è oggi una città moderna e vivace, che si può far vanto della bellezza che il suo passato glorioso ha regalato ai suoi borghi ed alle sue strade, alla sua cultura ed alla sua arte.

 

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