Guido d’Arezzo

Guido d’Arezzo, in città Guido Monaco
Guido d’Arezzo, che in città è chiamato semplicemente “Guido Monaco”, nacque ad Arezzo tra il 991 ed il 992. Si tratta di uno dei personaggi aretini più influenti e fu infatti teorico della musica oltre che monaco dell’ordine benedettino camaldolese.
Le origini dibattute
Le sue origini sono in realtà dibattute: non solo Arezzo e Ferrara, sono molte le città che si contendono il natale di Guido Monaco. E’ indubbio però che ad Arezzo Guido abbia vissuto gran parte della sua vita e che in questa nostra città dalla storia antica egli abbia lavorato per rivoluzionare il ondo della teoria musicale. Guido Monaco è perciò storicamente e tradizionalmente riconosciuto come aretino, non essendoci altra città fuori di Arezzo che ne abbia fatto tesoro in modo così radicato.
La vocazione sacerdotale e musicale
Guido fu monaco benedettino camaldolese dal 1013, quando nell’abbazia di Pomposa, vicino Ferrara, intraprese il percorso seminariale. Guido trascorse perciò in abbazia quello che fu anche il periodo della sua vocazione musicale. Il Monaco ricevette qui l’incarico di insegnare musica ai confratelli più giovani. Guido si rese presto conto della difficoltà dell’apprendere i canti della tradizione gregoriana e la ritmica della musica con il metodo usato a quel tempo. Prima della sua riforma era infatti necessario che il maestro facesse ascoltare la melodia agli allievi, che dovevano apprenderla con numerose e laboriose ripetizioni. I neumi erano indicati dalle singole sillabe del testo del canto senza alcuna indicazione di grado e di intervallo tra una nota e l’altra.
Il Monaco d’Arezzo ideò quindi un sistema con il quale chiunque, senza l’ausilio del maestro, potesse leggere , capire ed interpretare gli intervalli dei toni e dei semitoni.
Guido d’Arezzo e la nascita della notazione musicale moderna
Guido creò così quello che viene definito “tetragramma”. Questo nuovo metodo consiste in un sistema di quattro righe in cui si potessero scrivere le note definendone le posizioni sulle righe o sugli spazi tra esse. Il monaco benedettino propose poi un sistema unificato per la scrittura delle stesse, utilizzando un quadrato – che sarebbe poi diventato un rombo ed infine un ovale.
Il Maestro creò dunque le basi della moderna notazione musicale, dato che il suo tetragramma venne poi evoluto in pentagramma – utilizzato tutt’oggi – grazie al lavoro di Ugolino Urbevetano da Forlì. Guido non si limitò a questo: a lui si devono infatti anche i nomi moderni delle note musicali -Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si . Le note sono derivate dal testo di un canto gregoriano di Paolo Diacono , dal titolo “Versus in laudem sancti Iohannis Baptistae“.
“UT queant laxis / REsonare fibris / MIra gestorum /FAmuli tuorum /
SOLve polluti / LAbuli reatum /Sancte Ioannes”.
Il ritorno ad Arezzo
Guido, pur trovando restii i confratelli più anziani ed abituati al sistema classico di apprendimento gregoriano, fu riconosciuto come un valido teorico dall’Abate Guido Strambiati. Questo lo mandò quindi dall’amico Teodaldo, Vescovo d’Arezzo. Il Monaco benedettino venne dunque posto alla testa della scuola musicale monastica di Arezzo. Guido dedicò proprio al Vescovo Teodaldo, suo promotore, il suo famoso trattato “Micrologus”.
Guido d’Arezzo divenne così insegnante di canto dal 1025 nella scuola della vecchia Cattedrale situata sul Colle del Pionta, fuori dalle mura cittadine. Nella sua nuova sede accademica ebbe modo di applicare la moderna notazione musicale, rivoluzionando così per sempre la musica di tutto il mondo.
Un primato riconosciuto
Nel Micrologus ,Guido si occupa con 20 brevi capitoli di definire le modalità del canto e dell’insegnamento del gregoriano. Nel trattato l’aretino discute la composizione della musica polifonica. Il suo fu uno dei trattati di musica più diffusi del medioevo .
Guido di Arezzo arrivò così addirittura ad essere invitato dal Papa Giovanni XIX, il quale lo volle a Roma affinché il benedettino gli spiegasse in dettaglio la sua opera.
Guido Monaco ad Arezzo
Il lavoro rivoluzionario di Guido portò Arezzo a diventare uno dei centri musicali più importanti del suo tempo, ed ancora oggi Arezzo è detta “Città della Musica”.
Una statua di Guido , ad opera di Salvino Salvini, accoglie i visitatori che giungono dalla stazione e procedono verso la piazza a lui dedicata. Ancora oggi Arezzo celebra il frate benedettino promuovendo le attività e gli studi musicali. Ad Arezzo è infatti presente un rinomato liceo musicale ed ogni anno ha luogo il Concorso Polifonico Internazionale Guido D’Arezzo, un evento importantissimo che ogni anno riunisce musicisti di tutto il mondo.
Esplorando Arezzo con Antiche Mura
L’ubicazione strategica del B&B Antiche Mura rende facile l’accesso alle gemme nascoste di Arezzo. Dalla piazza dedicata a Guido d’Arezzo alla vecchia Cattedrale sul Colle del Pionta, ogni passo nella città è un viaggio attraverso secoli di storia.
Conclusione: una tradizione immortale
Arezzo, grazie a figure come Guido d’Arezzo e istituzioni come la Fondazione omonima, rimane un’importante custode della tradizione musicale e storica. Un soggiorno in questa città, cullato dal calore dell’ospitalità di Antiche Mura, è una promessa di un viaggio indimenticabile nel cuore della Toscana e della sua inestimabile eredità.
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